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metafisica crudeltà - emasetti@hdemia.it

L’interrogatorio non fu un’esplosione di violenza come avevo temuto, l’indagato non esitò minimamente a raccontarci nei dettagli le sue efferatezze, senza perdere per un secondo quel sorriso beffardo, che resterà inciso nella mia memoria per ancora molto tempo.
“Sono rinato!” dichiarò, prima ancora che gli ponessi la prima domanda,
“Erano anni che non mi sentivo così soddisfatto, dovrei ringraziare quella ragazza per avermi finalmente mostrato la via della felicità. Ma che peccato, non so se potrà più sentire le mie parole, magari nella prossima vita” ridacchiò come una iena, un sorriso che insieme ci fece rabbrividire e suscitò istinti vendicativi che dovemmo celare per il resto dell’interrogatorio.
“Ci racconti allora cosa ha fatto alla vittima per essere così felice, come è arrivato a ridurla nello stato disumano in cui è stata ritrovata?” gli chiesi.
“Uno stato di sublime scultura, vorrà dire. Provo pena per voi, che ancora non riuscite a vedere la bellezza di un corpo ridotto all’essere, privato di quegli inutili orpelli che fanno di un uomo un uomo e di una donna una donna. Ma io ho superato il ponte, ho capito che tutta la sofferenza che vedete nella storia, le lotte per il potere, gli antagonismi tra uomo e donna, e vostro padre che vi punisce perché siete tornati a casa troppo tardi, questo supplizio, questo destino è reversibile. Non dovranno più esserci differenze tra maschio e femmina, e io l’ho compreso, come i grandi filosofi, con l’unica differenza che loro erano dei vili, non avevano il coraggio di fare ciò che ho fatto io: passare dalla potenza all’atto.”
“Beh esiste la chirurgia estetica oggi per questo” lo interruppi,
“fare di sé l’essere supremo, l’idea di uomo, non è una scelta che le persone possono fare autonomamente, rivolgendosi ad un mero sarto assetato di denaro. La Creatura nasconde sempre un Creatore, che per definizione agisce per sua intenzione, la cui volontà è la stessa Creatura. Occorre l’istinto, il piacere di forgiare, e inevitabilmente occorre il dolore. Non c’è nascita senza trauma. Ecco perché ho dovuto scolpire così il corpo che avete trovato. I miei sono strumenti sacri, solo con essi avrei potuto livellare le sue oscene curve femminili, ripulirla dalla sporcizia che si annidava tra le sue cosce. Ed è necessario un mago del coltello, che conosca la forma in sé cui ispirarsi, che riesca a fondersi con la propria Creatura nell’esecuzione artistica. Io ho goduto con lei, mentre la liberavo dalle labbra e dal clitoride; ho succhiato il suo latte mentre appiattivo i suoi seni facendoli schizzare fuori dai capezzoli; le ho visto l’anima attraverso gli occhi sbarrati dalla paura. E poi era lì, davanti a me, l’uomo in sé.”
Non riuscii a trattenermi: “Ormai morto! Come può dirsi uomo un corpo senza vita?”
“Immaginavo me l’avrebbe chiesto. Voi, piccola gente, siete ancora incastrati nel tempo, non riuscite a vedere che la forma perfetta non ha tempo, è eterna: quella ragazza dovrebbe ringraziarmi, per averle donato l’eternità dell’essere.”

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