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la crudeltà - mtrebaiocchi@hdemia.it

Ok. Ho preso tutto, e anche se così non fosse non posso più farci nulla. Sono le 7: 44 e devo andare di corsa. Il treno passa alle 7:51. Dal cancello al binario impiego 5 min. Forse meno. Serve comunque un miracolo. E soprattutto che lei non si metta a fare brutti scherzi.
Apro la porta, ma stando molto attento a non far scattare la serratura. Lei potrebbe sentirne il rumore e fregarmi anche stamattina, e stamattina (come ogni mattina in realtà) sarebbe letale.
Sto per richiudere la porta; vorrei tirarmela dietro sullo slancio e far tremare tutti i muri del palazzo per lo schianto. Ma non posso. Devo fare tutto silenziosamente. Sono attentissimo e tesissimo; mi sento come un artificiere che sta per detonare una bomba atomica. Intanto i millisecondi passano, e purtroppo anche i loro bisnonni più lenti, i secondi. Chiusa. Non si è mosso un Hertz. Non può avermi sentito.
L’orologio ancora non segna le 7: 45.
Non corro, fluttuo verso l’ascensore. Tutto sulle punte. A vedermi sono la brutta via di mezzo tra la caricatura di un ladro e quella di un ballerino classico. Efficace però: le onde sonore non accennano ad incresparsi. Sono un bazooka col silenziatore. La maledetta non può sentire l’aria muoversi.
L’ascensore è fermo al piano terra, e per salire al mio ottavo piano ci impiegherà l’eternità di 30 sec. Già calcolato. E per ridiscendere, l’eternità ancora più lunga di 35 sec. Non so perché quella carrucola con gli specchi è più lenta da piena che da vuota. Sarà stata lei, strega, a regolarlo in questo modo. Lei sa, che quando si è dentro quel noioso spazio per metereologi il tempo sembra non passare mai. Invece passa. E come!
7: 45
I led segnano che l’ascensore sta salendo. Primo.
Secondo.
Terzo piano.
Sbrigati cazzo! Vorrei urlarlo, e invece implodo di rabbia e ansia.
“ Buongiorno Sg. Andreoli” rimbomba per tutto il corridoio.
Sono fottuto. È la vecchina dell’interno 8/2. La Sig.ra Malteni. Devo rispondere.
“Buongiorno Sig.ra Malteni”
Lei mi ha sentito sicuramente. A volte penso che le due siano in combutta. Poi ci ripenso. Ricordo che una volta la Sig.ra Malteni mi confessò che la portinaia era antipatica anche a lei. Stronza malefica la definì.
Quinto led acceso. Quinto piano
Sesto.
Dai che forse non ha fatto in tempo. O magari ieri si è rotta un piede e stamattina non ce la fa a muoversi.
Settimo.
Ci siamo.
Dai! Dai! Accenditi ottavo led!
No. Non è possibile. “Bloccato”. È apparsa la scritta dell’inesorabile. Come fa ad essere così? Ha atteso il momento esatto per quella mossa. La peggiore ipotizzabile. Non blocca l‘ascensore quando ci sono dentro; in tal caso non sarei più unico responsabile del mio ritardo. Non dipenderebbe da me.
Lei aspetta che trascorrano 29 sec esatti e poi agisce. Non me lo fa neanche vedere lo shuttle condominiale. Mi lascia l’alternativa delle scale. Otto piani, sette pianerottoli, sedici rampe, per un totale di 240 scalini in un tempo cha va dai 50 sec ai 70 sec. Lei conosce perfettamente queste misure. È informata sui miei orari. Sa benissimo che sono un ritardatario cronico, così come lo sono i treni, per mia fortuna. Ma lei non blocca i treni senz’anima. Lei provoca, umilia, sconfigge sempre e solo me. Ha imparato che andrò sempre di fretta per mettermi a litigare, o troppo con calma per incazzarmi.


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