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grigio - spovolo@hdemia.it

And I’m feeling good..
Le trombe della canzone di Bublè che coprono i suoni piatti e monotoni della metro mi avvolgono in una coperta brillante, lasciando tutti gli altri fuori
Ancora un minuto a sta cazzo di metro, constato tra me e me mentre mi dondolo con falsa ansia sulle punte dei piedi. Falsa, perchè tanto ho solo “la tigre” che mi aspetta a casa.
A quest’ora tutti tornano a casa, standosene su questo marciapiede come manichini, tutti fermi a guardare i binari.
“scusi, è da questa la stazione centrale, vero?”
Una mocciosa mi urla d’un tratto nelle orecchie, mischiando le c e le s nella gomma da masticare e strappandomi un brivido sulla nuca.
Rispondo con tono sufficientemente secco da farle perfere la voglia di altre informazioni. Ma invece di lasciarmi stare si sistema incredibilmente, sfacciatamente davanti a me, proprio sulla linea gialla fregandosene di tutti i miei sforzi per rimanere in prima fila.
Il suo odore da candito sintetico mi aggancia le narici, stringendomi alla bocca dello stomaco.
Quanto avrà? 15 anni? se la mia Giulia diventa così giuro che...
Intanto l’aria calda della metro, carica di polvere e fumi di motore, le passa tra i capelli biondicci e si confonde, si mischia a quell’intruglio dolciastro.
Ma questo, questo mix mi piace.
Mi piace mi piace mi piace... e mi avvicino di più ai suoi capelli, che ora si alzano nel vento, e sollevo la mano mentre la luce dei fari compare, e la appoggio sulla sua spalla, lì, poco sotto il mio naso.
Gli altri penseranno che sono un amico, che voglio tirarla indietro, in salvo, e invece no.
Con un rimescolìo dello stomaco appoggio l’altra mano appena sotto la sua scapola, sulla schiena magra... e spingo.
Dura tutto un istante, lei che volteggia in avanti come una bambola, i capelli come meusa inghiottiti dal votice delle urla, e il mio basso ventre che formicola trionfante.
Qualcosa mi dice di trattenerla, che sono ancora in tempo, ma non lo faccio.
E mi piace.
Volteggia oltre il bordo agitano le mani, poi scompare inghiottita dal treno, mentre attorno il caos.
Il vagone si ferma, troppo tardi su quello che rimane, e mentre tutti mi urtano, nelle orecchie Bublè intona l’ultima frase
And I’m feeling... good..


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